Festeggiamo oggi tutte le donne.

Non banalizziamo e mercifichiamo la giornata: ce n’è molto bisogno!

Festeggiamole perché non perdiamo momento di tradirle e vessarle. Come?

festa-della-donna-mimosa-8-marzoBeh, ad esempio con il Decreto depenalizzazioni (D.lgs 8 del 17.01.2016) che interviene in modo subdolo sulla Legge 194. Come? La Legge prevede che la donna che è costretta ad attuare un aborto clandestino c’è una multa fino a 51Euro, per chi lo attua la reclusione fino a tre anni.

Ma le donne non sono libere di ricorrere ovunque all’aborto? Perché?

Ad esempio perché il 70% dei medici italiani preposti a questa (triste ma spesso necessaria) pratica sono obiettori di coscienza. Come? “Ma è una Legge dello Stato! Perché lo Stato non controlla che venga applicata?” si chiedono le donne vessate che devono ricorrervi. Beh, perché ci sono ospedali nei quali i medici sono tutti obiettori.

Ora il decreto interviene inasprendo la sanzione amministrativa da 5 a 10mila euro. Una somma enorme. Che costringerà, come sempre, a trovare la soluzione migliore: portare fuori dall’Italia il problema. Con molti meno denari, i Paesi transfrontalieri garantiscono l’intervento in tutti quei casi in cui in Italia non si può garantire il rispetto della Legge.

E chi non può permetterselo? Tradite dallo Stato…

La classe dirigente d’Italia

Raffaele Mattioli fu Presidente della Banca Commerciale Italiana. E’ ritenuto il miglior banchiere italiano di tutti i tempi. Questi nel 1972 scrisse:

“Nel momento stesso in cui si vorrebbe poter già sapere chi si assumerà domani compiti di direzione e di guida […] appare indispensabile e in qualche misura preliminare, cercare di capire su che cosa il Paese si sia retto sinora, quale sia stato sin qui il suo tessuto connettivo, attorno a quali forze esso si sia ritrovato e in che misura. […] Tutto il periodo [dall’Unità al secondo dopoguerra] può in realtà configurarsi come una serie di occasioni e di tentativi diretti a dar finalmente vita ad una classe dirigente adeguata”

Brano tratto da: Storia del capitalismo italiano, Donzelli, 1997, a cura di Fabrizio Barca.

L’intervento (mai fatto) sul PAES

Se il Sign. Sindaco di San Vendemiano non fosse incrostato dalle antiche vicende della Prima Repubblica il Consiglio comunale avrebbe potuto sentire il mio intervento. Purtroppo dopo l’assurda e scomposta sua intromissione alla mia richiesta di un chiarimento sui valori di CO2 prodotti dalla Discarica di Via Santa Rosa ai tecnici ospiti intervenuti, non aveva più senso nulla, pertanto riporto qui i miei appunti.

PAES SanVendemiano

Con la presentazione odierna del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile PAES, anche il Comune di San Vendemiano completa il percorso di impegno al Patto dei Sindaci al quale lo scorso Anno abbiamo aderito. Un punto importante ma non un punto di arrivo. Si tratta di una adesione un po’ in ritardo se lo confrontiamo con altri Comuni, ma ancora possibile e soprattutto non meno efficacie. L’analisi e la documentazione prodotta merita un plauso per la completezza nonostante le forti difficoltà a reperire i dati da parte dei tecnici incaricati sia interni all’Amministrazione sia dello studio di consulenti incaricati.

Questo è un Consiglio composto da persone serie e non possiamo dopo questo importante lavoro non adoperarsi affinché diventi un percorso realizzabile di azioni ed iniziative atte alla riduzione del consumo energetico e dello spreco che questo determina con l’incremento delle emissioni di CO2 ed i possibili benefici anche sui costi energetici. Questo impegno vale in primis per la Pubblica Amministrazione (il nostro Municipio) ma anche per cittadini ed Imprese del nostro territorio.

Il lavoro presentato non è per noi, per la nostra generazione, ma per coloro che verranno dopo. Vediamolo per loro e sentiamoci tutti impegnati. A me, al gruppo UXSV, piace perché tocca temi che ci sono sensibili e riporta anche nelle Azioni punti del nostro programma elettorale. Credo pertanto non serva aggiungere altro per capire la nostra disponibilità a sostenere le Azioni descritte. Saremo però attenti e guardinghi acchè non sia una proposta di interventi velleitaria e fine a sé stessa.

Anche perché i punti critici ci sono e vorrei qui riportarli soprattutto per correttezza ed affinché non ci sia la minima idea che si possa far finta di nulla:

  1. La congiuntura economica che vede l’Italia in crisi ormai da molti anni determina di fatto una consistente riduzione dei consumi energetici tanto che – lo hanno ribadito anche i tecnici oggi – l’obiettivo di ridurre le emissioni del 20% rispetto all’anno considerato di riferimento è stato quasi raggiunto;
  2. Davanti a noi ci sono 4 anni per l’attuazione di tutte le azioni proposte, ma tra due – in scadenza di mandato – deve essere fatto il monitoraggio degli obiettivi e delle azioni. Un momento importante che non può e non deve essere una mera occasione elettorale per dimostrare raggiungimenti di obbiettivi che già ora si intravedono!
  3. Alcune Azioni fanno riferimenti a punti del programma di governo, altre invece no, per questo suggeriamo una revisione del Programma soprattutto laddove le azioni non dispongono di una corretta copertura economica
  4. Punto fondamentale del successo è la comunicazione delle azioni e la sollecitazione all’impegno da parte di tutti i cittadini. Abbiamo visto, dalla scarsissima partecipazione alla raccolta dei dati da parte dei cittadini – nonostante la comunicazione e gli incontri realizzati – che qualcosa non ha funzionato. E questo non per una mancanza di impegno profuso, ma probabilmente per aver sbagliato i messaggi.

Qui c’è da metterci la faccia. Noi ci siamo. Ma se i costi per lo studio, il monitoraggio e la comunicazione sono solo finalizzati ad un velleitario impegno finalizzato ai benefici nella partecipazione ai finanziamenti alla Gare pubbliche, allora non siamo d’accordo. Non ci piacciono le promesse non mantenute e gli specchietti per le allodole.
Sosteniamo il Progetto. Siamo fiduciosi. Staremo attenti e vigili e collaborativi – come sempre – quando le iniziative ci convincono.

Questo Natale è per loro

Si chiamava Aylan Kurdi e aveva tre anni. Suo fratello di 5 e la loro madre sono morti nello stesso modo.

Aylan Kurdi di 3 anni con il fratellino Galip di 5 anni da Kobane (Siria)

Aylan Kurdi di 3 anni con il fratellino Galip di 5 anni da Kobane (Siria)

La foto del bimbo senza vita sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, scappava da Kobane e voleva raggiungere la zia in Canada.

Aylan Kurdi sulla spiaggia di Budrum (Turchia)

Aylan Kurdi sulla spiaggia di Budrum (Turchia)

Ho visto la foto del piccolo Aylan poche ore prima di accingermi ad affrontare una sfida importante per la mia salute. Questa foto mi è rimasta negli occhi e nel cuore e tutt’ora non posso non vedere in questa immagine terribile e per nulla simile allo stereotipo del Natale il fallimento di una generazione di politici europei e di noi tutti.
Quel bimbo, aveva l’età di mio figlio. Forse anche lui non stava mai fermo ed è stato sopraffatto dal mare. Non voglio neppure sapere perché solo suo padre si è salvato, in quanto se solo è potuto accadere che i bimbi muoiono scappando dalla guerra civile e noi – io – non abbiamo fatto nulla per aiutarli, allora abbiamo fallito come europei.
Taluni, che preferiscono pascolare come sciacalli su queste tragedie hanno criticato la scelta coraggiosa della stampa libera che ha pubblicato la foto. Io che solo molti giorni dopo ho letto i dettagli e questi commenti li reputo vergognosi e appoggio quei direttori che vogliono aprire gli occhi della gente ai fatti del mondo e non solo alle meschinità della vita politica quotidiana italiana.
Aylan poteva essere un degno cittadino europeo. A lui dedico questo Natale perché non siamo riusciti a salvarlo in mare ed accoglierlo come avremmo potuto e dovuto e come la gente di mare sa fare.
In quel mondo di giochi e spensieratezza in cui ti trovi, Aylan, perdonaci mentre noi ci consoliamo nelle nostre commerciali falsità natalizie.